Sono diversi i disturbi che interessano la prostata, una ghiandola accessoria del sistema riproduttivo maschile.
La prostata si modifica nelle varie età della vita anche sotto l’influenza degli androgeni (ormoni maschili).
I disturbi più comuni della prostata sono la Iperplasia prostatica benigna e la Prostatite con le sue varie forme.
Questi disturbi causano sintomi più o meno intensi o fastidiosi (LUTS) e hanno una frequenza importante nella popolazione maschile.
La cause dei diversi disturbi della prostata sono differenti.
Certamente, nel caso dell’iperplasia prostatica benigna hanno un ruolo importante le trasformazioni della struttura della prostata che si verificano mentre l’uomo invecchia e che sono causate da numerosi fattori.
Le prostatiti, invece, sono più tipiche di un’età più giovane, possono insorgere spontaneamente (in questo caso non si riesce a riconoscere un fattore scatenante preciso) o in seguito al posizionamento di un catetere o a causa di una altra malattia del sistema genito-urinario maschile.
I LUTS, dall’inglese Lower Urinary Tract Symptoms, sono un insieme di “sintomi delle basse vie urinarie” che possono manifestarsi a qualsiasi età.
Possono essere causati da varie patologie dell’apparato urinario e hanno un impatto negativo sulla qualità di vita di chi ne soffre.
I principali LUTS collegati alla iperplasia prostatica benigna sono:
I sintomi della prostatite possono variare a seconda del tipo di prostatite e i più tipici sono:
La prostata ingrossandosi sempre più nella iperplasia prostatica benigna causa ostruzione dell’uretra e questo fa aumentare la quantità di urine che ristagnano in vescica.
In alcuni uomini i disturbi possono peggiorare sino a causare l’impossibilità di urinare, con necessità di un catetere o di un intervento per ridurre il volume della prostata.
È possibile anche l’incontinenza urinaria (cioè la fuoriuscita involontaria di urine).
Altri disturbi possono essere: infezioni delle vie urinarie, talvolta ricorrenti, calcoli della vescica, alterazione della muscolatura della vescica e danni renali.
Le prostatiti possono causare delle complicanze a volte piuttosto serie, come la batteriemia (passaggio di batteri nel sangue che può causare una infezione generalizzata); l’ascesso prostatico (cioè la formazione di una raccolta di pus all’interno del tessuto della prostata); l’epididimite cioè l’infiammazione dell’epididimo (un piccolo corpo allungato appoggiato nella parte posteriore del testicolo); e nella prostatite cronica, alterazioni del secreto prostatico e del liquido seminale.
Attualmente non è possibile una vera e propria prevenzione “primaria” dei problemi della prostata, cioè non si riesce ad evitare che la ghiandola si ammali; si può però fare in modo che i disturbi siano curati prontamente e in maniera efficace! Meglio pertanto chiedere consiglio subito al medico se si hanno anche minimi disturbi ad urinare o altri sintomi che fanno pensare alla iperplasia prostatica benigna o alla prostatite.
Tutto ciò aiuterà anche a identificare più precocemente il tumore della prostata, un problema in cui una diagnosi precoce può significare una guarigione completa dalla malattia.
La Società Italiana di Urologia (SIU) raccomanda una buona alimentazione per favorire la salute della prostata.
Allo sviluppo dell’iperplasia prostatica benigna concorrono più fattori.
L’invecchiamento in sinergia con alterazioni ormonali e cambiamenti nell’equilibrio dei vari fattori di crescita del tessuto prostatico provocano un’alterazione della struttura della prostata con conseguente infiammazione locale e produzione di radicali liberi (sostanze che se prodotte in eccesso causano danno).
I processi di riparazione e rimodellamento della ghiandola possono causare la crescita eccessiva dei tessuti prostatici, mantenendo attiva l’infiammazione, creando un bisogno maggiore di ossigeno nei tessuti della prostata e alterazioni della crescita e del funzionamento del microcircolo (piccoli vasi sanguigni).
Il danno è poi aggravato dalle infezioni che possono sovrapporsi.
Nella prostata di circa il 77% dei pazienti con IPB c’è un infiltrato infiammatorio cronico (presenza di numerose cellule del sistema immunitario, di sostanze infiammatorie come le citochine, e di altri segni tipici di infiammazione).
Più è elevata l’infiammazione cronica più è grande il volume della prostata e più sono intensi i sintomi (LUTS).
Quando la prostata è infiammata il danno della IPB progredisce più in fretta, è più facile che ci sia una maggiore ritenzione urinaria.
L’infiammazione, inoltre, riduce l’effetto della terapia.
Alcune sostanze naturali complesse potrebbero essere utili per ridurre l’infiammazione sin dai primi stadi della malattia.
Molti studi hanno dimostrato che l’infiammazione è presente sin dai primi stadi della iperplasia prostatica benigna e secondo gli specialisti della Società Italiana di Urologia potrebbe esistere un momento, nei primi tempi dello sviluppo della malattia, in cui agendo con sostanze antinfiammatorie di origine naturale si potrebbe ritardare lo sviluppo del danno e facilitare la risposta dei tessuti della prostata ai farmaci convenzionali.
Secondo la Società Italiana di Urologia (SIU), in Italia oltre la metà dei maschi (53%) ha problemi di prostata considerando iperplasia prostatica benigna, la prostatite e il tumore della prostata.
Hanno una frequenza importante anche i disturbi sessuali (15,5% la disfunzione erettile, 7,5% la eiaculazione precoce e 7,6% il calo della libido) e le patologie testicolari.
La frequenza dei disturbi della prostata aumenta con l’età.
Ne soffre circa il 20% degli uomini intorno ai 40 anni, il 50-60% a 60 anni e l’80-90% a 70-80 anni.
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