E’ una situazione in cui i livelli di fosforo nel sangue sono bassi. Questo può essere causato da un ridotto assorbimento di fosforo, da una maggiore eliminazione di fosforo da parte dei reni e da uno spostamento del fosforo dai liquidi extracellulari all’interno della cellula. L’escrezione renale di fosfato è pressoché pari all’assorbimento gastrointestinale, in modo da mantenere in equilibrio in fosfato. Ci sono circostanze in cui l’equilibrio può alterarsi. Ad esempio in caso di: malattie intestinali che impediscono l’assorbimento del fosforo; malattie dei reni che causano la perdita di fosforo con le urine; uso di alcuni farmaci (es. antiacidi che contengono idrossido di alluminio) che possono ridurre i livelli di fosforo; l’abuso di alcol perché interferire con l’assorbimento e l’uso del fosfato. È raro invece che l’ipofosfatemia sia dovuta a un un apporto ridotto di fosforo con i cibi perché il fosforo si trova nella maggior parte degli alimenti. Effetti evidenti si osservano spesso solo nei casi di ipofosfatemia importante. Tra gli effetti dell’ipofosfatemia ci sono: debolezza muscolare, malessere, perdita dell’appetito, diplopia (visione doppia), sensazione di indolenzimento o dolore muscolare vero e proprio, parestesie (un’alterazione della sensibilità che viene avvertita come una sensazione di formicolio, intorpidimento o pizzicore), sintomi neurologici, cardiaci e anemia.

Ha un ruolo importante nel mantenere sane le membrane delle cellule, per garantire una buona funzione dei muscoli, dei nervi e il metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine. La quantità totale di fosforo nell’organismo è in rapporto all’assunzione con gli alimenti, alla regolazione da parte degli ormoni, alla eliminazione da parte dei reni. Il fabbisogno giornaliero di fosforo è 800-120 mg.

Quando i livelli di fosforo nel sangue sono bassi si parla di  ipofosfatemia quando invece sono alti di  iperfosfatemia.