Cosa sono e come funzionano i farmaci per l’insonnia?
I farmaci per dormire che agiscono facilitando l’inizio e la continuazione del sonno si definiscono ipnotici. In commercio ce ne sono di due tipi: le benzodiazepine e gli analoghi. Alcuni di loro hanno un effetto più prolungato (fino a 24 ore ed anche di più) per cui sono più adatti ai soggetti affetti da stati di ansia o agli insonni che lamentano di svegliarsi troppo presto al mattino, altri durano meno di 6 ore e grazie a questo effetto breve sono più adatti a favorire un veloce inizio del sonno. Sono farmaci per dormire che possono (e devono) essere acquistati solo con ricetta del Medico, obbligo che vale per la grande maggioranza dei farmaci e che serve proprio a proteggere le persone impedendo che possano essere assunti senza l’attenta valutazione dei pro e dei contro che solo il Medico curante è in grado di fare.
Come si prendono?
È opportuno evitare di assumere questi farmaci senza una precisa prescrizione del Medico il quale di solito consiglia le pillole per dormire quando l’ansia o l’insonnia sono di elevata intensità o causano problemi rilevanti al paziente. In generale, i tranquillanti si prendono durante il giorno, mentre i prodotti per l’insonnia si prendono poco prima di andare a letto. Poiché l’intensità dell’effetto può essere diversa da soggetto a soggetto, in genere il Medico consiglia di iniziare con dosi ridotte che vengono aumentate solo se poco efficaci. Il trattamento dovrebbe essere il più breve possibile, generalmente tra i pochi giorni e le 2-3 settimane, raramente oltre, a cui di solito si fa seguire un breve periodo di graduale riduzione delle dosi. Da ricordare che non bisogna mai modificare le dosi o i tempi di cura indicati!
Ci sono precauzioni particolari da ricordare?
È sempre importante seguire attentamente la posologia indicata dal proprio Medico curante, rispettando dosaggi e tempi di assunzione. I farmaci ipnotici possono causare effetti indesiderati di varia natura e di diversa intensità: sensazione di testa vuota, stanchezza, allungamento dei tempi di reazione, riduzione del coordinamento motorio e compromissione delle capacità intellettive. Ne potrebbe derivare quindi, una condizione di minore sicurezza per l’incolumità personale, per lo svolgimento delle normali attività lavorative e domestiche e, ancor peggio, di elevato rischio per la guida dell’automobile o l’uso di macchinari delicati o pericolosi. In alcuni soggetti possono comparire, ma più raramente, mal di testa, capogiro, visione offuscata, nausea e mal di stomaco. Tutti gli effetti collaterali sono più frequenti e più rilevanti nelle persone anziane in cui, tra l’altro, possono comparire effetti paradossi per cui, invece di un effetto tranquillante, si possono verificare comportamenti bizzarri o aggressivi o disinibiti, stati di ansia, irrequietezza, irritabilità e talvolta allucinazioni
Inoltre, quando si usano questi farmaci per dormire ripetutamente per alcune settimane, può verificarsi una sorta di assuefazione, che comporta una certa perdita di efficacia delle benzodiazepine. Se poi l’uso è ancora più prolungato, si va incontro ad una vera e propria dipendenza per cui, se si sospendono di colpo, possono comparire fenomeni molto fastidiosi (cosiddetti sintomi da astinenza) quali mal di testa, dolori muscolari, stato di grande irrequietezza, irritabilità, confusione mentale e, naturalmente, peggioramento del sonno.
Ci sono farmaci da evitare?
Questi tipi di farmaci per l’insonnia non devono mai essere assunti contemporaneamente ad altri farmaci in grado di accentuare l’azione sedativa (altri ipnotici e tranquillanti, i neurolettici, gli antidepressivi, gli antiepilettici), ad alcuni tipi di farmaci antiallergici e ad alcuni antidolorifici di elevata potenza.
Ci sono problemi con cibi e bevande?
La cosa più importante da ricordare quando si assumono questi farmaci è che l’alcool ne accentua molto l’effetto tranquillante: chi sta assumendo farmaci ad azione sedativa o per l’insonnia deve quindi fare estrema attenzione a non assumere bevande alcoliche, anche per evitare, tra l’altro, pericolose situazioni di rischio per la guida dell’auto o l’uso di macchinari delicati o pericolosi.
Si possono assumere in gravidanza ed in allattamento?
Tutti gli ipnotici sono in grado di passare nel sangue del feto per cui non sono da assumere in gravidanza (tranne casi molto particolari ed in momenti ben precisi, a giudizio del Medico) per evitare conseguenze al neonato che possono essere anche particolarmente gravi. Le donne in età fertile, qualora si presentasse la necessità di assumere questi farmaci, devono avvertire il Medico dell’eventuale possibilità di essere incinte o di aver programmato una gravidanza. Gli ipnotici passano nel latte materno, per cui non vanno assunti dalle mamme che allattano al seno.