I microrganismi rappresentano una parte importante della biodiversità. In tutti gli ambienti naturali ne convivono molti tipi che interagiscono strettamente fra loro e con il microambiente che occupano: la loro “micro nicchia” ecologica. I microrganismi sono anche essenziali nell’ecosistema. Basti pensare che la simbiosi – la convivenza pacifica tra germi innocui che vivono all’interno del nostro organismo (denominati “saprofiti”) e l’organismo stesso – è fondamentale.
Sono pochi i germi che possono arrecare danni e/o causare malattie (vengono chiamati “patogeni”). La maggior parte dei batteri, infatti, ci fa vivere e crescere in salute.
Quando e perché gli antibiotici sono inutili
Molte delle infezioni delle vie respiratorie superiori (raffreddore, tosse/bronchite, sindromi influenzali) sono causate soprattutto da virus contro cui gli antibiotici sono perfettamente inutili. Anche in casi di batteri riscontrati nelle urine non accompagnati da sintomi clinici, per cui la terapia con antibiotici è del tutto vana.
Assolutamente da evitare l’auto somministrazione. Unica possibile alternativa è la prescrizione differita, da usare solo se sia verificato un aggravamento del quadro clinico. Iniziato un ciclo antibiotico, se c’è un chiaro miglioramento, l’assistito ne dovrebbe parlare con il curante, che valuterà se anticipare l’interruzione della terapia consigliata.
Cosa comporta l’uso improprio degli antibiotici
L’uso inappropriato, oltre che inefficace e con effetti avversi a lungo termine, causa antibiotico-resistenze in grado di persistere nel tempo e di trasmettersi a familiari, con rischi seri in soggetti fragili, come anziani e bambini.
Un caso particolare è l’impiego di antibiotici durante la gravidanza: una nuova branca della genetica, denominata epigenetica, ha dimostrato che l’uso scorretto di antibiotici in tale periodo può indurre, in embrioni e feti, antibiotico-resistenze con potenziali gravi rischi per la salute futura del bambino e dell’adulto.
A causa della diffusione di batteri resistenti agli antibiotici, pazienti affetti da malattie infettive anche banali diventano incurabili. Queste evenienze sono dimostrate da un’ampia letteratura scientifica assolutamente univoca, e purtroppo si sono già verificate. In Toscana, a fine 2019, era stato scoperto un “superbatterio” resistente a tutti gli antibiotici. Si trattava del cosiddetto “New Delhi”, riscontrato soprattutto a Pisa interessando circa 200 persone.
Antibiotico-Resistenza: origini e cause
L’utilizzo di antibiotici, come di qualunque altro elemento di contrasto a organismi viventi (per esempio i pesticidi), determina la scomparsa di buona parte degli organismi bersaglio, ma grazie alla biodiversità delle popolazioni naturali è altresì probabile che qualche individuo risulti resistente. Maggiore è l’impiego di antibiotici, maggiore sarà il numero di batteri resistenti che si riprodurranno nel tempo.
La diversità dei geni di resistenza agli antibiotici suggerisce che almeno alcuni di questi abbiano una lunga storia evolutiva iniziata molto prima dell’era degli antibiotici. Recentemente è stata studiata la presenza di batteri antibiotico-resistenti in materiali che provengono dal più lontano passato, come il permafrost canadese, dove, in campioni di trentamila anni fa, è stata verificata la presenza di geni di resistenza per antibiotici β-lattamici, tetracicline e glicopeptidi.
Si trattava probabilmente di comunità di batteri che vivevano in differenti ambienti, in presenza di antibiotici naturali, prodotti ad esempio da muffe o da altri batteri, che hanno sviluppato geni in grado di conferire una resistenza a questi composti. Tali geni sono stati poi condivisi con altri batteri, anche patogeni, grazie ai differenti meccanismi di trasferimento presenti in questi microrganismi.
Come si diffondono le resistenze
A livello batterico esistono tre modi per trasferire geni da un microrganismo ad altri, anche di specie differenti.
- Per “coniugazione”: due batteri entrano in contatto diretto, attraverso un tubicino, e una parte del DNA o un piccolo cromosoma aggiuntivo, detto plasmide, passa da un batterio donatore a un batterio ricevente.
- Per “trasduzione”: virus batteriofagi che, passando da un batterio all’altro, possono trasportare anche porzioni di DNA batterico.
- Per “trasformazione”: L’acquisizione di frammenti di DNA extracellulare presenti nell’ambiente e originati da cellule morte e lisate.
La diffusione di sequenze geniche tra batteri diversi è uno stratagemma che permette di far fronte alle minacce esterne, come gli antibiotici che utilizziamo contro di loro da quasi un secolo, un tempo evolutivo più che sufficiente per far emergere contro-adattamenti.
Data la rapidità con la quale si riproducono i batteri, il ritmo evolutivo microbico è mezzo milione di volte più veloce di quello umano. Così qualunque batterio, in qualunque ambiente sia venuto a contatto con un antibiotico e abbia sviluppato geni di resistenza, può trasferirli ad altri batteri, compresi quelli patogeni.
Purtroppo grandi quantità di antibiotici sono gettati nell’ambiente come rifiuti e scorrono nelle acque di oltre la metà dei fiumi di tutto il mondo. I farmaci e gli antibiotici utilizzati per gli esseri umani, ma soprattutto negli allevamenti intensivi, anche in presenza di depuratori, contribuiscono all’inquinamento delle acque e all’aumento della resistenza dei batteri, che possono poi diffondersi nel nostro organismo.
Uno studio coordinato dall’Università di York, in Gran Bretagna, ha preso in esame 711 corsi d’acqua in 72 Paesi, trovando tracce di antibiotici nel 65% dei casi.
Comportamenti consigliati
È importante e urgente che il cittadino sia consapevole di tutti questi problemi e che si comporti dunque da consumatore responsabile, per tutelare la propria salute e quella degli altri, oltre ovviamente che per salvaguardare l’ambiente.
- Non assumere antibiotici per curare malattie virali come l’influenza.
- Evitare l’autoprescrizione, magari attingendo ad antibiotici residui di cicli di cura precedenti.
- Non assumere antibiotici in autonomia per infezioni delle vie aeree superiori come tonsillite, laringite, sinusite e simili.
- Non fare pressioni sul medico curante per eventuali prescrizioni.
- Osservare scrupolosamente gli orari e la durata indicati dal proprio medico in caso di terapia antibiotica necessaria.
- Avere aspettative realistiche sui tempi di guarigione delle malattie.
- Ridurre al minimo possibile il consumo di carni derivate da animali da allevamenti intensivi.
- Non gettare gli antibiotici esauriti nell’ambiente, ma portarli negli appositi raccoglitori, come quelli presenti nelle Farmacie.
Articolo a cura di:
Dott. Gianfranco Porcile, Medico, Responsabile ISDE Medici per l’Ambiente Liguria.
Dott. Gianni Tamino, Biologo, membro Comitato Scientifico ISDE.
Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
Fonti consultate:
- Julie Perry, Nicholas Waglechner, and Gerard Wright, The Prehistory of Antibiotic Resistance (2016)
- University of York, Antibiotics found in some of the world’s rivers exceed ‘safe’ levels, global study finds (2019)