Negli ultimi anni sempre più studi si sono focalizzati sulla stretta relazione che intercorre tra salute e ambiente. Gli scenari che ci vedono protagonisti, dalla rapida globalizzazione ai cicli produttivi ormai insostenibili, hanno determinato una vera e propria emergenza dovuta alla contaminazione delle “matrici ambientali” (o “componenti ambientali”, sono le categorie di elementi fisicamente individuabili che compongono l’ambiente. Sono quindi l’insieme delle strutture complesse degli stati della materia: gassoso, liquido e solido) e della catena alimentare.
Inquinamento ed esposizione ad agenti biologici (qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni) presenti nel cibo e nell’ambiente sono ormai fenomeni diffusi con cui dobbiamo fare i conti. I danni associati a questo scenario sono incalcolabili: aumentano le patologie cronico-degenerative, neoplastiche ed infiammatorie, le disfunzioni riproduttive e le malattie infettive.
Si tratta di una situazione che mette in pericolo non solo l’intera popolazione umana, ma anche la biosfera (parte della terra nella quale si riscontrano le condizioni indispensabili alla vita animale e vegetale) e le generazioni future e che comporta una riduzione della speranza di vita in buona salute, un aumento della mortalità infantile per cause evitabili e un divario sociale sempre più esasperato.
Un’emergenza legata a clima e inquinamento
Recentemente l’OMS ha stimato che il 25% delle malattie e delle morti dovrebbe essere oggi attribuito a fattori ambientali modificabili e prevenibili. Un numero che fa paura, legato a doppio filo ai forti mutamenti climatici in corso sul nostro pianeta. Questi hanno effetti diretti e indiretti sulla salute umana perché:
- incidono su calamità naturali, inquinamento atmosferico e malattie infettive e parassitarie;
- concorrono tra le cause delle patologie trasmesse all’uomo dalle sostanze contenute nell’acqua, negli alimenti, negli animali, o dalla respirazione prolungata delle particelle sottili presenti nell’aria;
- saranno responsabili di un aumento delle temperature tale da sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, scatenando la moltiplicazione di alluvioni, siccità e cicloni.
Le conseguenze sui nostri figli
Molti scienziati concordano che la contaminazione ambientale svolge un ruolo importante nell’aumento dell’incidenza di numerosi problemi infantili, difetti congeniti e infezioni respiratorie. Non è un’affermazione sorprendente, basti pensare che dal 1950 a oggi sono state sintetizzate 140.000 sostanze chimiche e pesticidi e che oltre 5.000 di questi sono prodotti in grandi quantitativi e si disperdono nell’ambiente. Sostanze che causano danni incalcolabili nel periodo preconcezionale e concezionale, durante lo sviluppo del feto e lungo tutta la delicata età infantile e quella adolescenziale, creando i presupposti per lo sviluppo di gravi malattie nella vita adulta. Nei primi 1.000 giorni di vita (il periodo che comprende il concepimento, la gravidanza, i primi anni di vita) l’ambiente esercita una profonda influenza sulla crescita, sullo sviluppo emozionale e sull’apprendimento del bambino.
Come si affronta una situazione di crisi?
Il primo passo, il più importante, è prendere consapevolezza che c’è un’emergenza in atto.
L’essere umano comune spesso non presta molta attenzione a problematiche epocali come il degrado ambientale, il deterioramento del sistema assistenziale e il decadimento morale.
Fattori che potrebbero trasformare in modo drammatico il nostro futuro. Il nodo focale della sfida sarebbe passare a un sistema economicamente valido, ecologicamente sostenibile e socialmente equo. Proposte come la Green Economy e lo sviluppo sostenibile sono sì encomiabili ma non sufficienti. Il cuore del sistema, l’approccio economico utilitaristico del consumismo, è un modello di sviluppo che si illude di poter perseguire una crescita illimitata su un pianeta dalle risorse limitate.
Qual è il ruolo del medico in questa situazione?
In questo contesto è importante che il medico svolga funzioni di advocacy, ovvero che offra un “sostegno decisionale” politico attingendo alle evidenze scientifiche presenti nella letteratura internazionale. Risulta quindi fondamentale riuscire a trasferire con efficacia le proprie conoscenze perché queste abbiano un impatto positivo sulla salute, sollecitando le autorità governative e assistendole. Si tratta di un percorso difficile, tortuoso, che spesso passa attraverso una coltre di scetticismo e ostilità di chi vede minacciati i propri interessi economici o di chi vede messa a repentaglio una routine di comodità a cui non è disposto a rinunciare.
Ma è senz’altro vero che in uno scenario tanto grave, non bastano piccole scelte quotidiane – come la decisione di smettere di fumare, di perseguire una corretta alimentazione e di tenere in forma il corpo con l’esercizio fisico – basate solo sulla prevenzione primaria (il cui obiettivo è mantenere lo stato di salute evitando che il fattore di rischio/agente eziologico di malattia incontri la persona. Il target è la popolazione sana). Questo orientamento della prevenzione scarica sui cittadini tutta la responsabilità della propria salute, minimizzando quella dei decisori politico-istituzionale i cui indirizzi e scelte di azione mostrano grossolane carenze in materia di prevenzione primaria.
In un contesto in cui il binomio salute – ambiente interagisce in termini ormai globali, è sempre più necessario e indispensabile un continuo confronto tra scienza medica e società. I medici, infatti, possono svolgere un ruolo cruciale per la tutela del diritto, individuale e collettivo, alla salute e ad un ambiente salubre. Proprio di questo si parla nel libro “Inquinamento ambientale e salute – Per una medicina responsabile” edito da Aboca Edizioni, a cura del Dottor Agostino Di Ciaula, Dott.ssa Vitalia Murgia e Dott.ssa Maria Grazia Petronio (Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE).
Uno studio esauriente e quanto mai fondamentale in questo momento di crisi globale, che punta a una Medicina Responsabile in grado di salvaguardare tutti noi.