I sentimenti possono avere influenza sul nostro stato di salute, ma non solo: va preso in considerazione anche l’aspetto relazionale, ovvero i benefici che le relazioni interpersonali possono dare all’individuo. La povertà di relazioni affettive rientra a tutti gli effetti nella lista dei cosiddetti fattori di rischio psicosociali.
Si parla di fattori di rischio psicosociali quando si ritengono rilevanti ai fini della salute e della longevità condizioni psicologiche o relazionali, “stati d’animo” quali felicità, pessimismo, ostilità, stress …
Le relazioni di tipo affettivo e sociale di scarsa qualità o pressoché nulle sono da leggersi anche esse come potenziale rischio per la nostra salute.
Alcuni scienziati hanno ad esempio messo in evidenza come l’isolamento dagli altri abbia, in pazienti precedentemente infartuati, un impatto sulla probabilità di avere un nuovo infarto molto più alto dei fattori di rischio classici, come la presenza di malattie coronariche o l’inattività fisica.
Cattive relazioni sociali influiscono anche sul nostro sistema immunitario: interazioni negative possono indurlo alla produzione di ormoni pro-infiammatori anche su base giornaliera e quindi predisporci ad ammalarci maggiormente.
Si tratta quindi di un aspetto che andrebbe sempre tenuto in considerazione sia dall’individuo stesso, che da un medico durante la fase di anamnesi del proprio paziente. Oltre a farci domande inerenti ai sintomi, effettuare misurazione (come quella della pressione arteriosa ad esempio), o esaminare la parte dolente, dovrebbe indagare su come viviamo la nostra vita quotidiana e relazionale. Porci quindi domande tipo: “Hai molti amici? Sei soddisfatto dei tuoi rapporti con loro? E del tuo partner amoroso?”, e così via.
L’Hygge
I danesi, considerati fra le popolazioni più felici, hanno coniato un termine intriso di significato: l’Hygge. Che cosa è esattamente? È un concetto con una connotazione molto ampia, in cui la relazione con l’altro gioca un ruolo fondamentale ai fini del conseguimento della felicità. Sarebbe difficile tradurre letteralmente il significato, ma si potrebbe parafrasare come “creare un’atmosfera accogliente e godersi il bello della vita con le persone care”. Hygge è guardare un film con la persona amata, mettersi comodi e chiacchierare con gli amici in casa, una serata illuminata da candele profumate sorseggiando una tisana calda … Si tratta della fusione fra il comfort dell’ambiente e il calore della relazione, il risultato va a nutrire il nostro benessere interiore.
Per godere appieno del rapporto con le altre persone, il lavoro può talvolta partire all’interno di noi stessi. Possiamo curare il nostro benessere interiore, ad esempio praticando tecniche meditative. A questo ovviamente si dovrebbe aggiungere il benessere del corpo dato dall’attività fisica e dalla giusta alimentazione: il famoso detto “mens sana in corpore sano”, non sbaglia.
Gli effetti delle relazioni sulla salute non riguardano solo malattie severe ma anche disturbi minori e diversi studi sono stati pubblicati al riguardo:
- persone che vivono isolate hanno probabilità doppia di prendere il raffreddore rispetto a quelle più socievoli, nonostante questi ultimi possano essere più esposti ai germi;
- in coloro che vivono buone relazioni coniugali pare che le ferite si rimarginino più rapidamente rispetto a chi non ne ha;
- la partecipazione a gruppo di volontariato aiuta a ridurre i tassi di mortalità.
Non solo la relazione con l’altro, ma anche il desiderio di fare qualcosa per il prossimo nutre la nostra anima e con essa il nostro stato di salute.
Cosa possiamo fare
- prenderci cura delle nostre relazioni sociali, familiari e sentimentali;
- aiutare le persone: studi su onde cerebrali mostrano che solo il pensiero di donare il nostro aiuto rende le persone più felici;
- fare esperienze in cui si perde la concentrazione su stessi e ci si sente fusi con gli altri e con ciò che si sta facendo. Questo accade quando siamo immersi in qualcosa che ci appassiona, che ci interessa o ci impegna, ascoltando la musica, ballando, ma anche durante un’esperienza religiosa. Si tratta di quelle attività intense di connessione con noi stessi e con gli altri che contribuiscono alla nostra sensazione di felicità;
- concedersi tempo: la felicità va acquisita con consapevolezza giorno dopo giorno, occorre tempo per dedicarci a ciò che ci piace fare e alle persone. Apprezzare il valore di questo tempo perché è come un investimento che facciamo nei confronti di noi stessi e della nostra salute.
L’invito è quello di promuovere lo sviluppo di una cultura e una organizzazione di vita che ci permetta di coltivare tutto ciò che è in grado di contribuire alla nostra felicità ed in primis alla vita di relazione.
L’autore
A cura dello Staff Apoteca Natura.
Bibliografia
- Opuscolo Apoteca Natura “Felicità è salute”
- “Ventuno giorni per Rinascere” di Berrino F., Lumera D., Mariani, D.
- “The Little book of Hygge: the Danish way to live well”, Wiking M.